Volpi, gabbiani, pappagalli, testuggini, pipistrelli, granchi, cormorani, storni. E ancora falchi, rospi, ramarri, scoiattoli, barbagianni, farfalle. E poi querce, alberi del paradiso, palme, capperi, viole, papaveri e molto altro. Roma, come ogni città, ha il suo cuore selvatico: sta a noi scoprirlo.
«Una delle ultime volte che ho ammirato un falco pellegrino sfrecciare nel cielo di Roma è stato a Casal Bruciato, sulla Tiburtina. Assistevo alla partita di calcio di mio figlio quando mi sono distratto per osservare i gruppi di storni che a frotte ritornavano ai dormitori. Quando uno di questi si è prima chiuso a pugno e poi si è aperto in forme geometriche sempre più veloci, ho scorto la sagoma a falce del falco. Ho dimenticato la partita e ho seguito il volo del rapace, rapido e pulito, senza però che raggiungesse le vertiginose velocità di cui è capace.»Un diario naturalistico urbano dove protagonisti sono animali e piante, la loro storia, il loro arrivo, la loro scoperta, i luoghi inaspettati e vicini che abitano.
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