Invariabilmente liquidate dagli uni come lassiste, dagli altri come liberticide, in Italia le misure di controllo dell'immigrazione sono oggetto di opposte mitologie a fini di battaglia politica. Ma dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini c'è stata, di fatto, una sostanziale continuità nella gestione dell'immigrazione, affidata soprattutto a sanatorie che sono prassi generalizzata anche nel resto d'Europa. La novità maggiore degli ultimi anni l'introduzione del reato di ingresso e permanenza illegale - ha prodotto effetti perversi, contrastanti con quelli sbandierati: la capacità di allontanare gli stranieri irregolari si è ridotta anziché crescere, e per la prima volta esiste il rischio di un'immigrazione che non può essere né sanata, come in passato, né espulsa. Per ottenere risultati migliori sarebbe bastato agire sul lavoro nero, che invece non è mai stato veramente aggredito. Basato su informazioni e dati largamente inediti, il libro ricostruisce l'intera vicenda - compresi gli sbarchi seguiti alle recenti crisi nordafricane - in maniera documentata e finalmente libera da pregiudizi ideologici.
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