Distruzione, punizione, mistificazione: tre figure, tre ombre del contemporaneo, alle cui origini Ginevra Bompiani cerca di ricondurci. E lo fa fermando il tempo della nostra storia per tornare indietro e avventurarsi nel nostro immaginario e nelle sue ferite. Distruzione: nel momento in cui gli abitanti della terra sembrano occupati a distruggerla, sembra essenziale capire quale sia il momento in cui ha avuto origine questa corsa suicida. Punizione: da dove ci viene questo bisogno di punire ed essere puniti? Il castigo ha sostituito il destino, vediamo perfino la malattia e la morte come punizioni ineluttabili. E infine la mistificazione: qual è la grande menzogna, così necessaria da fare della storia, del mondo e dell'immaginario il suo nascondiglio? Inseguire le sorgenti delle grandi narrazioni che hanno formato la civiltà occidentale significa avventurarsi in un viaggio che scivola nel silenzio della preistoria, perché è possibile che un altro mondo sia già stato, che lo abbiamo dimenticato, che abbiamo letto male le nostre storie, che sia esistito un femminile che non abbiamo ancora mai visto, affiancato a un maschile che non vediamo più: "Oggi l'uomo e la donna sono come due treni che corrono l'uno verso l'altro, ciascuno sul suo binario; e al momento dell'incontro, scivolano via, l'una verso quello che crede sia il maschile, l'altro verso quello che crede sia il femminile. Ed è un incontro mancato."
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