«Per i miei genitori, il termine “Corea” evoca ancora la guerra che nel 1953-54 fece circa 2 milioni di vittime, 150 mila orfani adottati in Occidente e le periferie del miracolo economico, appunto le Coree, a pochi chilometri da Milano dove mancava tutto. Per i loro nipoti, invece, la Corea del Sud è il paese della tecnologia digitale, dei Suv, dell’aeroporto di Incheon, considerato il migliore del mondo che, come varie nuove grandi agglomerazioni urbane ecosostenibili, è stato costruito in pochi anni su terre recuperate dal mare».
Fino agli anni Sessanta era un paese poverissimo, privo di risorse naturali, diviso da una guerra fratricida, dipendente dall’aiuto finanziario e militare americano: oggi la Corea del Sud è protagonista di uno straordinario sviluppo. Ma che cosa sappiamo veramente del miracolo coreano? Dietro a colossi come Samsung, LG, Hyundai c’è un sistema produttivo originale fondato su grandi conglomerati industriali, gli chaebol, e un’attenzione quasi maniacale per l’istruzione. Una storia di successo di estremo interesse da cui l’Italia potrebbe trarre ispirazione per elaborare strategie di crescita.
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