Alla fine tutte le crisi diventano racconti al passato. È una regola di sopravvivenza: scopri il nemico, combatti il drago e se proprio non riesci a vincerlo, cerchi almeno di anestetizzarlo imparando a vivere con lui. Come nelle ferite, fintanto che il tessuto non cicatrizza fanno male, poi quando il dolore passa, lasciano la loro firma sulla pelle, come un tatuaggio di sofferenza e insieme di guarigione che non puoi cancellare.Nei giorni dell'isolamento, del lockdown, della quarantena da coronavirus, è stato lo stesso. A poco a poco ci siamo accorti di essere dentro un incubo, ma di quelli strani, che non basta svegliarsi sudati e intimiditi per cacciarli via.
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