“il Contrasto Ritmico, Nel Canto, Con Le Altre Voci, La Rilevanza Della Pausa, L’attenzione Ai Tempi Deboli, Lo Spostamento Dell’attenzione Verso Quel Che Privo Di Forza, La Risonanza Di Quel Che Non Appare: Insomma, La Presenza Dell’assenza. Il Racconto Psicoanalitico Di Marina Breccia Lascia Questa Apertura Su Un Paese Dove Il Domandare è Principio Di Conoscenza. Conoscenza Di Sè E Del Proprio Stare Al Mondo. Proprio Perché Il Tempo Il Grande Tema Del Saggio, Il Lettore Coinvolto In Un Tempo Della Narrazione Che Richiede Un Ascolto: In Questo Ascolto Si Apre Una Rappresentazione Di Figure Che Hanno A Che Fare, Certo, Anzitutto, Con La Psicoanalisi, Con Il Suo Linguaggio, Con Il Suo Sapere E Le Sue Pratiche, Ma Che Si Confronta Con Le Illuminazioni E I Cammini Suggeriti Da Altre Forme, Disciplinate O Meno, Di Saperi. Il Libro Di Marina Breccia Traccia Sequenze Riflessive Intorno A Questa Oscura Tela Che Assedia Il Nostro Tempo E Che Necessario Trasformare In Interrogazione Assidua. Propone Di Stare All’ombra Della Conoscenza. All’ombra Anche Delle Altre Discipline. In Questo Libro Praticato Questo Esercizio, Che Anzitutto Un Esercizio Spirituale, Necessario A Chi Voglia Fare Ricerca, Una Ricerca In Grado, Come Ogni Vera Ricerca, Di Muovere Con Lo Stupore Verso La Soglia Della Scoperta E Della Conoscenza. È Urgente Oggi Rispondere A Una Necessit In Questo Libro Delineata Con Forza: Cercare Rapidamente Modi Di Riparazione A Quell’offesa Perversamente Assidua E Metodica Portata Alla Natura, Alla Sua Integrità, Al Suo Mostrarsi, Alle Sue Forme Visibili E Invisibili. La Terra è Ospitale. Gli Uomini Hanno Ricambiato Questa Ospitalità Distruggendo, Alterando, Consumando, Sfruttando, Imbruttendo. Il Pensiero Di Una Riparazione, Non Separabile Dal Pensiero Di Una Rigenerazione Dei Rapporti Tra I Viventi, Non Deve Abbandonarci In Questo Tempo, Anch’esso Un Tempo Tragico.” Dalla Postfazione Di Antonio Prete
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