Il campo della psichiatria è l'umano. E oggi l'umano sfugge, nel pieno di una trasformazione della vita interiore e di quella collettiva. Lo scopo della psichiatria è prendersene cura, eppure questo è un tempo di fatica e di difficoltà di comprensione, perché le coordinate del nostro mondo subiscono una metamorfosi che mette in questione ogni strumento. Improvvisamente, le posture e le enciclopedie diventano obsolete, e perciò vanno reinventate. Eugenio Borgna ci guida attraverso i campi nei quali la psichiatria deve tornare ad avere voce: le parole e l'ascolto, il dolore dell'anima e la follia, sorella infelice della poesia, il sogno nella sua area fenomenologica. La condizione adolescenziale, e la condizione anziana, la solitudine e la paura, il tempo dell'orologio e il tempo vissuto, la speranza e la disperazione, la leggerezza e la pesantezza. Il femminile e il maschile, oggi territori di conflitto e di lotta per il riconoscimento, luoghi ideali nei quali una società si misura con se stessa. La vita e la morte, aree tematiche che, vertiginosamente, di nuovo hanno cominciato a far parte della nostra quotidianità. L'intelligenza artificiale come perimetro inedito di domande sull'etica. Si può ancora abitare una comunità di cura e di destino? Nel tempo abissale della pandemia la psichiatria è stata la disciplina medica per eccellenza a confrontarsi con la pandemia non isolata nei grandi ospedali, ma aperta alla assistenza famigliare e sociale. Borgna indica gli aspetti teorici e quelli pratici sulla scia della grande rivoluzione teorica e pratica alla quale può giungere la psichiatria italiana.
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