Non c'è cura dell'anima e del corpo, se non accompagnata dalla tenerezza che, oggi ancora piú che nel passato, è necessaria a farci incontrare gli uni con gli altri, nell'attenzione e nell'ascolto, nel silenzio e nella solidarietà. È la piú fragile e la piú evanescente delle emozioni. La tenerezza anima il nostro modo di vivere, ci fa sentire l'altro come persona e non come cosa, aiuta a immedesimarci nella vita interiore degli altri e a farne riemergere le attese e le speranze. La tenerezza si esprime con il linguaggio delle parole, e con quello del corpo: uno sguardo, un sorriso, una lacrima, una stretta di mano, una carezza, un abbraccio. Eugenio Borgna usa le parole di Rilke, di Mann e di Leopardi per dare corpo a un'emozione friabile e sempre sotto attacco. La tenerezza, a prima vista, può sembrare debole ma in verità è un'emozione che cammina a braccetto con la speranza e la gentilezza, e tutte insieme possono rendere l'essere umano davvero umano. Eugenio Borgna continua, con questo testo, il suo percorso sempre piú peculiare attraverso le emozioni piú trascurate del momento storico.
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