Pippo Giordano è "il sopravvissuto". Ex ispettore della Dia, ha attraversato la stagione più dura della lotta alla mafia in prima linea. Senza pentiti e intercettazioni ma al fianco di alcuni degli ultimi eroi civili d'Italia. Con Paolo Borsellino il giorno dell'ultimo interrogatorio di Gaspare Mutolo; compagno di pattuglia di Lillo Zucchetto, agente "troppo sveglio" e quindi ucciso all'inizio degli anni Ottanta; con Beppe Montana nelle montagne madonite alla ricerca di Michele Greco, il "papa", qualche mese prima che anche lui venisse ammazzato; con Ninni Cassarà e Natale Mondo alla squadra mobile di Palermo e con Giovanni Falcone lungo l'arco di tutta la sua camera, a Palermo o in giro per l'Italia alla ricerca dei soldi di Cosa nostra. Pippo Giordano la mafia l'ha respirata fin da piccolo, assistendo alle visite di suo padre al boss della zona, con tanto di baciamano e "servo suo sono". Un elemento in più per diventare bersaglio della mafia. Giordano conosce la lingua ufficiale dei mafiosi, ne comprende i passaggi logici e ne anticipa le mosse. E così negli anni Novanta diventa il "custode" dei pentiti. Fra poliziesco e libro-in-chiesta, "Il sopravvissuto" è un racconto intenso, pieno d'umanità, scritto con il linguaggio della strada, che narra anche i retroscena e le ombre di quella zona di contatto fra mafia e pezzi di Stato.
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