Non è solo Julien Sorel, il protagonista de Il Rosso e il Nero, a scorrere avidamente e segretamente le pagine del Memoriale di Sant'Elena. Ma anche tutta la giovane Europa romantica che vuole sognare imprese impossibili, e coltivare il desiderio di vite meno oscure e insignificanti. Tuttavia a incantare i lettori non è soltanto la rievocazione di un'età singolare di battaglie e di conquiste, ma quel tono di diffusa melanconia che si stende anche sui momenti più gloriosi di quell'epopea. È la voce di Napoleone, che interviene puntualmente in controcanto a quella del suo puntiglioso biografo, ricordando a se stesso, ancor prima degli altri, la distanza profonda che separa la gloria dalla felicità. "Grandioso edificio della memoria", come lo definì Proust, il Memoriale è uno straordinario archetipo del romanzo moderno, dove lo scorrere dell'esistenza e il rimpianto su di essa vivono continuamente intrecciati.
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