"In una famosa storiella ebraica, un padre chiede al figlio di saltare dalla finestra. All'inizio il ragazzo, spaventato, esita. "Non ti fidi di tuo padre?" gli chiede quest'ultimo per rassicurarlo. E il ragazzo si decide a saltare. Cadendo, si ferisce. "Ecco, adesso lo sai, " dice il padre al figlio in lacrime "non devi fidarti di nessuno. Nemmeno di tuo padre!" Questa storiella è inquietante, ma ci permette di formulare domande fondamentali."
Così Michela Marzano dà avvio alla sua riflessione sul senso e sul valore della fiducia negli altri nella società contemporanea in cui, da tempo, dominano paura e sfiducia. Utilizzando autori classici e contemporanei e richiamando non solo le riflessioni di filosofi e sociologi, ma anche di narratori, poeti e psicoanalisti, Michela Marzano elabora una vera e propria etica della fiducia. Un pensiero attento e intenso che si interroga sul "come" ci affidiamo o no ai nostri simili, ma anche sulla nostra posizione nel mondo a partire dalla fiducia che accordiamo o neghiamo.
Nel trionfo della società liberista, dove la sociologia e la psicologia hanno costruito una "religione della fiducia di sé", si crede di vivere in una "società affidabile ". In realtà, afferma l'autrice "la nostra società contemporanea è una società della sfiducia. È un mondo in cui la paura vince e il sospetto dilaga. Perché la fiducia è pensata e concepita solo come riproduzione contrattuale del rapporto debitore-creditore.
La fiducia è invece una scommessa, dove ci si assume il rischio della relazione con il proprio simile. Una scommessa in cui si può vincere o perdere, in cui nulla è garantito, ma il cui risultato è sempre un'apertura verso il mondo. Dare fiducia è infatti indispensabile per non restare prigionieri di una solitudine sterile, anche quando l'altro si dimostra non degno della fiducia accordata e la disattende.
"La scommessa della fiducia" conclude Michela Marzano "è la scommessa dell'umanità di ognuno di noi."
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