Accorto editore e fine studioso. Concreto uomo d’affari e fiero idealista. Raffinato innovatore e sagace precursore. Aldo Pio Manuzio (1450 ca.-1515), il primo stampatore ‘moderno’, è stato tutto questo, e molto di più. A lui si devono non solo molti accorgimenti ‘formali’ ancora oggi utilizzati nel confezionamento di un libro (numerazione delle pagine, indice...) ma l’idea stessa di editoria moderna. Questo volume - curato da Gianluca Montinaro -, primo titolo della nuova collana della Biblioteca di via Senato (Milano), “Piccola Biblioteca Umanistica”, indaga tanto il personaggio quanto il mito che attorno a lui e alle sue opere, nel corso dei secoli, è stato eretto dai tanti che hanno apprezzato i suoi raffinati volumi, compreso quell’Hypnerotomachia Poliphili (1499) che in molti ritengono uno dei libri più belli mai impressi dall’uomo. Ma Manuzio fu prima di tutto un umanista, intento nello studio dei testi antichi e attento alla loro riproposizione filologica: una «impresa erculea» che gli valse l’ammirazione anche di Erasmo da Rotterdam che di lui disse: «Aldo ha intenzione di costituire una biblioteca che non abbia altro confine che il mondo stesso».
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