Ci sono tracce che non hanno la forma della pianta dei piedi, ma quella dei polpastrelli delle mani. Sono le impronte che lasciamo ogni giorno sui nostri dispositivi, quando digitiamo chiavi di ricerca sul web, mandiamo cuoricini sui social e facciamo swipe sulle app. Dati minuscoli, che contengono tanto di noi esseri umani e che possono rivelare il perché dietro a comportamenti, scelte di consumo, codici linguistici, tensioni culturali. C'è una materia che si occupa di mappare proprio questi small data in Rete: si chiama etnografia digitale. L'obiettivo? Capire meglio il nostro presente iperconnesso, migliorare le strategie di comunicazione dei brand e intercettare i segnali deboli del futuro all'orizzonte. In fondo, i territori online non sono abitati da utenti anonimi, ma da persone in carne e ossa con necessità, paure, sogni. Questo libro racconta dove si raccolgono i dati più sottili e in che modo si trasformano in storie che vale la pena raccontare.
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