La sera del 29 ottobre 1922, alla stazione di Milano, tra una folla di giovani armati in camicia nera, il corrispondente dall'Italia del «Chicago Daily News», Edgar Ansel Mowrer, scorse Benito Mussolini. Il giornalista gli si avvicinò e gli chiese: «Signor Mussolini, mi dice cosa succede?». «Non lo sapete?» rispose lui. «Vado a Roma per instaurare il fascismo.» «Congratulazioni» soggiunse Mowrer, e salì sul treno che il giorno dopo avrebbe portato il duce del fascismo alla conquista del potere. Inizia così, alla vigilia della «marcia su Roma», questo particolarissimo viaggio nell'Italia di Mussolini, ripercorso, nelle sue tappe cruciali, a partire dalle pagine che giornalisti, studiosi, viaggiatori e scrittori stranieri dedicarono alle vicende del nostro paese negli anni più tragici del Novecento. Un viaggio durato oltre un ventennio, dalla Grande guerra alle lotte operaie e contadine del «biennio rosso», dalle violenze squadriste ai fasti dell'Italia imperiale sino ai giorni bui della seconda guerra mondiale, quando l'Italia finì «sotto le ruote della storia». Se in precedenza l'Italia aveva attratto gli stranieri per il fascino del suo passato glorioso, le opere d'arte, le bellezze naturali, dopo il 1915 il principale motivo per visitare la penisola fu scoprire l'«Italia vivente», come la definiva nel 1922 lo storico francese Paul Hazard. Ammiratori di Mussolini o suoi accesi detrattori, attratti dall'originalità e dai successi del fascismo, gli osservatori stranieri furono testimoni dei cambiamenti radicali introdotti dal regime in tutti gli ambiti della vita quotidiana, col fine di creare l'«italiano nuovo». Nei loro scritti, a volte non immuni da pregiudizi ma ricchi di analisi puntuali e spesso profetiche, essi indagarono il carattere, i vizi, le debolezze di un intero popolo, individuando così l'autentica natura del fascismo, inteso non come un'«escrescenza innaturale» ma come un fenomeno «propriamente italiano», secondo le parole dello scrittore spagnolo Alicio Garcitoral, un condensato di tutte le aspirazioni, le frustrazioni, le paure, le pulsioni autoritarie che il duce seppe cogliere e utilizzare allo scopo di dar vita a un regime destinato, nelle sue intenzioni, «a durare nel tempo». Con In Italia ai tempi di Mussolini, Emilio Gentile ci restituisce un'originale ricostruzione del Ventennio visto con gli occhi degli stranieri. Ma se «ogni storia vera è storia contemporanea», come scriveva Benedetto Croce, questo libro getta una luce illuminante sull'Italia di oggi, sulle sue difficoltà di ordine politico ed economico, sulle sue potenzialità troppe volte sprecate, inespresse o umiliate.
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