I saggi raccolti in questo volume sono stati scritti nell'arco di un ventennio (1901-1919) e confermano l'assunto freudiano che la psicoanalisi non è scienza della malattia ma analisi della normalità, e quindi, non senza una buona dose di ambizione, "scienza dell'uomo". Il primo di questi saggi, Psicopatologia della vita quotidiana, è una piacevole e divulgativa lettura dell'ampio inventario che Freud annoverava tra le piccole "psicopatologie quotidiane": lapsus verbali, ricordi di copertura, sbadataggini accaduti a lui stesso o di cui ne fu divertito testimone. Nel Motto di spirito e il suo rapporto con l'inconscio, invece, Freud elenca le numerose tecniche atte a produrre il Witz, il motto di spirito, e in uno stile brillante ne offre al lettore curiosi esempi tratti dalla tradizione ebraica, dall'aneddotica popolare, dalla favole o, semplicemente, da una serata tra amici. In Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, il fondatore della psicoanalisi, sorpreso dallo scoppio della Prima guerra mondiale, abbandona le vesti dell'arguto ricercatore e come semplice uomo invita a mutare il "nostro modo di considerare la morte", a riconoscerne la "realtà" ma non per questo a ritenere ineluttabile lo sterminio bellico. Nel quarto saggio qui raccolto, Il perturbante, per esemplificarne il concetto Freud riscrive, con la sua consueta freschezza di stile, uno splendido racconto di E.T.A. Hoffmann.
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