Rubè (1921) è la storia di un uomo destinato ad essere eletto deputato in Parlamento per il collegio di Calinni, un paese del Sud, ma che gli eventi storici precipitano nella tragedia di una fine prematura e drammatica. Fin dalle prime pagine del suo romanzo, Giuseppe Antonio Borgese ci fornisce la chiave di lettura per comprendere la personalità e, di conseguenza, anche le vicende del protagonista. Tutto sta nella semplice filosofia di vita ereditata dal padre, che "giudicava che tutti, a cominciare da se medesimo, fossero intrusi in questo mondo, fuorché i geni e gli eroi". Questa sentenza inchioda Filippo Rubè a vivere la propria esistenza ("un involto che qualcuno gli avesse affidato senza dirgliene il contenuto né più passasse a ritirarlo") sospinto da un'ambizione disperata.
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