Ora possiamo permetterci il lusso di voltarci e guardare a quello che è successo. Ma soprattutto a quello che non è successo. Mentre le cose accadono è difficile rendersi conto della loro portata. Per la consapevolezza serve la giusta distanza.
Quando abbiamo dovuto chiuderci in casa, costretti dell'emergenza sanitaria, per la prima volta miliardi di persone si sono trovate davanti allo specchio. L'umanità è stata messa in pausa e ha dovuto fare i conti con se stessa, scoprendo di non piacersi affatto. Alcuni sono arrivati sull'orlo del baratro, altri hanno invece cominciato a immaginare un'esistenza e una società completamente diverse. Hanno creduto che le cose potessero cambiare nei rapporti interpersonali, sul lavoro, nelle città, nell'intero paese.
Immaginare l'inimmaginabile è la storia di quello che siamo davvero, anche online, e di quello che avremmo potuto diventare se solo avessimo preso sul serio la strana primavera di idee nata dalla clausura forzata. Benché ci si stia avvicinando a grandi passi verso una crisi climatica che cambierà molto, se non tutto, la vecchia «normalità» è tornata a visitarci con le sue impellenze quotidiane, mettendo a tacere quella vitalità e lucidità nascosta.
Questo racconto di Jaime D'Alessandro prende spunto da una serie di lunghi articoli, ricchi di voci e di dati. Il libro che ne deriva non si limita a raccoglierli, ma li rielabora, li mette in un ordine preciso, ne fa una storia che narra di quando, per una volta, abbiamo legittimamente messo in discussione uno stato delle cose che da sempre viene spacciato per inevitabile.
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