Assumendo come campo operativo lo spazio comunicativo siciliano nei secoli XV–XVII, il presente lavoro offre un contributo assai innovativo alla storiografia delle lingue romanze. Attraverso una capillare analisi di dieci Ricettari di segreti, una tradizione discorsiva scientifico-religiosa tanto contenutisticamente, quanto linguisticamente composita ed eterogenea, si analizzano in maniera esemplare le dinamiche di contatto tra gli idiomi presenti nel Regno di Sicilia (latino, siciliano, toscano, castigliano, ecc.) sia sul piano dell’organizzazione testuale, sia sui livelli fonografematico, morfosintattico e semantico-lessicale. Quanto osservato sul piano dell’analisi testuale in merito al generarsi di varietà di contatto è messo efficacemente in relazione, sul metalivello, alle principali epistemi medioevali e della prima età moderna, a partire dalla concezione scolastico-aristotelica della variazione linguistica per giungere al dibattito rinascimentale sulla Questione della lingua. Dalla connessione dei due piani si traggono lucide conclusioni per una storia della lingua immune a ogni linea di pensiero teleologica.
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