Appena poco più di due secoli fa, nell’ambiente culturale e sociale delle villeggiature italiane settecentesche, si sviluppava un vivere sereno e rilassato, scandito però da un vortice di attività ricreative in cui il cibo, la moda e il gioco, come anche la musica, il teatro, la caccia, la lettura, la conversazione, svolgevano un ruolo fondamentale. Gli eredi della tradizione aristocratica e cavalleresca italiana, con l’aiuto degli esponenti di un nascente e sofisticato ceto intellettuale, avevano inventato un sogno e lo realizzavano. Tutto era volto alla ricerca della raffinatezza, non vi era spazio per la mediocrità: si esprimeva, in queste dimore e nei tempi della villeggiatura, il libero gioco della bellezza nelle sue molteplici espressioni, un’irrefrenabile joie de vivre, in un’atmosfera generale in cui spesso gli opposti convivevano con naturalezza. L’universo femminile era centrale e vi godeva un potere e una libertà fino a quel momento sconosciuti. In ville ideate e realizzate con cura, fra ospiti scelti con attenzione a volte maniacale, si rivendicava il diritto alla raffinatezza, senza spazio per esistenze opache o banali. Questo volume legge il «fenomeno» della villeggiatura utilizzando molteplici chiavi e registri, individuando e analizzando un ricco apparato di testimonianze letterarie e figurative grazie alle quali è possibile assistere, da spettatori partecipi e divertiti, alla messa in scena delle spensierate giornate trascorse in villa – tra passeggiate, concerti, partite a carte, chiacchierate, feste e balli – dagli allegri e raffinati esponenti del bel mondo dell’epoca. Un mondo incantato e ricco di magia, in cui si respirava una qualità di vita altissima e incredibilmente moderna.
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