Fino a non molti decenni fa il francese era per eccellenza la lingua della letteratura e la Francia il paese della letteratura, la patria spirituale che accoglieva a braccia aperte gli scrittori stranieri in esilio o anche solo in cerca di consacrazione. Quel primato oggi ha ceduto. Paolo Zanotti traccia una mappatura della cultura francese nel periodo della sua perdita di egemonia. Introduce a quegli scrittori che, esorditi dopo il 1968, non attirano più l'interesse del mondo e spesso partono svantaggiati rispetto a un qualunque anglofono o ispanofono. Il pregiudizio è che si tratti di libri pieni di intellettualismo, formalismo e scarsa 'narratività'. Molto spesso si tratta invece di testi scritti semplicemente in maniera diversa dai modelli stilistici più diffusi.
Il volume si concentra su autori come Georges Perec e Michel Tournier, Jean-Patrick Manchette e Bernard-Marie Koltès, Annie Ernaux e Jean Echenoz, Agota Kristof e Jean-Philippe Toussaint, Emmanuel Carrère e Michel Houellebecq, senza dimenticare però anche il mondo delle letterature francofone, la ricca tradizione dei giallisti e il fenomeno tutto francese dei saggisti che, da Derrida a Jean-Luc Nancy, vogliono essere scrittori prima ancora che intellettuali.
Just click on START button on Telegram Bot