Un testo non pubblicato non esiste, o esiste solo per chi lo ha scritto. Gli dà vita un editore, che decide le caratteristiche della sua edizione, sceglie il titolo, trova l'illustrazione di copertina, suggerisce nel risvolto una chiave di lettura. È ancora l'editore che consiglia l'autore, che modifica la narrazione, che corregge lo stile, che fissa, nel libro finito, le parole ancora fluide fino alle ultime bozze. Stampato, il testo entra nel tempo, arrivando al lettore: la sua instabilità è risolta, almeno fino a quando non ci sarà una successiva edizione, con nuovi interventi, nuove copertine, nuovi risvolti, nuovi suggerimenti di lettura, nuovi lettori. Le diverse pagine indaga i molteplici passaggi che portano le carte di uno scrittore a essere il libro di un lettore, ponendo domande sul ruolo dell'editore, riflettendo sulle questioni teoriche della trasmissione dei testi, interrogandosi sulle modalità di lettura; nello stesso tempo, in controcanto, delinea la storia di molti titoli del Novecento, figli dei loro autori, ma anche di chi li ha stampati, li ha corretti, li ha vestiti. E quando a discutere le scelte erano Pavese e Vittorini, Calvino e Natalia Ginzburg, Sereni e Sciascia, ogni decisione entrava in un dibattito più grande, e si può studiare come quel dibattito sia uscito dalle stanze degli editori, per entrare nella storia della letteratura e della cultura.
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