In Pantani era un dio la vita dell’ultimo, grande interprete del ciclismo italiano è raccontata attraverso tutto ciò che, nel bene e nel male, ha contribuito a forgiarne il mito. La Romagna delle piadine e di Tonino Guerra, della Cesenatico dove tutto è iniziato e della Rimini dove tutto è finito; le sue montagne predilette, il Carpegna, il Mortirolo, il Galibier, il Ventoux; gli antenati di quella specie protetta che sono tutti gli scalatori, anche quelli, come Pantani, venuti dal mare; e le voci, le tante voci, quasi un coro greco, degli amici che non l’hanno mai abbandonato, dei dirigenti sportivi che l’hanno visto crescere e vincere, dei meccanici tormentati dalle sue manie da perfezionista, e dei suoi gregari. Gli ultimi, li chiama Marco Pastonesi, quelli che non ne hanno mai vinta una ma che per il loro capitano – e Marco Pantani era, prima di tutto, un capitano – sarebbero capaci di qualsiasi sacrificio. Qui non c’è giudizio né verdetto, scrive l’autore. Qui ci sono soltanto «cento cantastorie che raccontano le gesta di un guerriero, di un bandito, di un pirata».
show more...Just click on START button on Telegram Bot