L'ultima spiaggia di via Veneto e un uomo con il cappotto in ogni stagione (Vincenzo Cardarelli). Un concerto di passerotti sul davanzale e un baritono mancato (Eugenio Montale). Lo scalo di un treno alla foce di un fiume e un accordatore di parole (Salvatore Quasimodo). Il salotto borghese di una casa in collina e un collezionista di farfalle (Guido Gozzano). Un mercoledì delle ceneri e un vecchio capitano in esilio (Gabriele D'Annunzio). Il baraccone di un tiro a segno e l'uomo dei boschi (Dino Campana). Il retrobottega di una libreria antiquaria e un figlio del vento (Umberto Saba). Una raccolta di francobolli e un funambolo solitario e malinconico (Aldo Palazzeschi). Un concerto di bossa nova e un bambino di ottant'anni che aveva la voce di Omero (Giuseppe Ungaretti). L'invettiva contro la luna e una donna che pagava i caffè con dei versi (Alda Merini). Fabio Stassi rende omaggio al Novecento e alla grande dimenticata del panorama letterario nazionale, la poesia, con una coraggiosa avventura mimetica e fantastica. Rimpatria nel mondo questi dieci autori, li fotografa in un gesto, li fa parlare in prima persona, dopo la morte e oltre la morte, da quel punto sospeso dello spazio e del tempo in cui sopravvive la voce di ogni poeta. Ne viene fuori un racconto in presa diretta della loro vita, di quello che pensavano della scrittura, delle idiosincrasie, ossessioni, desideri, dolori, allegrie. Dieci monologhi appassionati e coinvolgenti, una dichiarazione d'amore.
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