Considerato un imprescindibile punto di riferimento per lo studio della storia dell'Inquisizione spagnola, questo saggio utilizza il metodo della ricerca storica quantitativa, che ha per oggetto la raccolta, la misurazione e l'analisi di un vasto materiale documentario. Bennassar e i suoi collaboratori hanno potuto stabilire, per esempio, la curva delle attività inquisitoriali, rilevando cadute e impennate in correlazione con lo sviluppo degli eventi politici. Una scoperta sensazionale a cui è giunto l'autore è che la maggioranza degli inquisiti non erano marranos e moriscos (cioè ebrei e musulmani convertiti) o zingari, eretici, streghe e stregoni, ma "vecchi cristiani"; da qui la tesi che l'Inquisizione non fu soltanto un'istituzione avente come obiettivo la difesa della religione e della Chiesa, ma un instrumentum regni in mano alla monarchia spagnola, un sistema di controllo sociale accuratamente costruito ed efficiente. Bennassar sfata inoltre alcuni luoghi comuni, gli eccessi delle sentenze e l'iniquità delle procedure, nonché la mancanza nei giudici di qualsiasi obiettività, dando vita a una visione del tutto nuova dell'Inquisizione, del suo sviluppo storico e del suo tramonto.
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