Foucault e Deleuze pensatori «inattuali», dopo e con Nietzsche. Il pensiero è concretamente tale soltanto quando crea attrito, fa resistenza e serve in definitiva come scatola di attrezzi per dire qualcosa di diverso, anche forzando e tradendo il pensiero letterale di un autore. Ciò non significa che si può dire tutto e il suo contrario, seguendo una moda che per certi versi è stata imputata proprio al poststrutturalismo ossia a quella corrente di pensiero entro cui si collocano solitamente i due filosofi francesi. L'ontologia dell'attualità a cui si riferiva Foucault, riprendendo l'insegnamento nietzscheano di viversi come inattuali, sta a significare che il filosofo deve guardare al presente, cogliere il mondo in trasformazione e provare, per quanto sia possibile, a spingere in avanti la propria linea di deterritorializzazione (per riprendere Deleuze e Guattari). La filosofia non deve solo cogliere gli aspetti teoretici ma deve indagare a fondo la complessità socioculturale, individuare perlomeno alcune "zone" del quadro concettuale di una ricerca che si voglia anche politicamente incisiva. Stefano Berni svolge attività di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Siena. Tra le sue ultime pubblicazioni: 'Nietzsche e Foucault. Corporeità e potere in una critica radicale della modernità', Milano 2005; 'Epigoni di Nietzsche. Sei modelli del Novecento', Firenze 2009. Ubaldo Fadini insegna all'Università di Firenze, occupandosi, prevalentemente di antropologia filosofica e di estetica. Tra le sue ultime pubblicazioni segnaliamo: 'Figure del tempo. A partire da Deleuze/Bacon' (Ombre corte 2003); 'Soggetti a rischio. Fenomenologie del contemporaneo' (Città aperta 2004); 'Le mappe del possibile. Per un'estetica della salute' (Clinamen 2007); 'La vita eccentrica. Soggetti e saperi nel mondo della rete' (Dedalo 2009).
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